lunedì 29 settembre 2008

Ma sì...

Sulle note della prima traccia di "The Wall" dei Pink Floyd mi decido a scrivere un nuovo post.
Va tenuto vivo sto blog! O no?
Nonostante non abbia la minima idea di quello che potrei scrivere… potrei partire con la tecnica del flusso di coscienza e iniziare a sparare tutto quello che mi passa per quell’ammasso di cellule comunemente chiamato “cervello”, ma è meglio che non mi diletti in queste pratiche che potrebbero, a lungo andare, risultare addirittura masochistiche.
Mi capita in questo periodo di trovarmi in un ambiente dove viene fuori un lato di me che non è quello vero e naturale, ma piuttosto tendo a dare un’idea di me che potrebbe non risultare del tutto simpatica, ma anzi quasi insopportabile. Poi magari mi sbaglio, magari sono io che penso così e gli altri non si pongono neanche il problema.
Ed eccola che arriva: “The happiest days of our lives” breve pezzo che precede la mitica, insostituibile “Another brick in the wall (part two)”. È un fatto, i dischi più commerciali di Waters e compagnia sono anche i più belli. E sulla frase che inneggia all’abolizione della scuola io vi saluto.
“We don’t need no education!”

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