venerdì 28 ottobre 2011

"Se vola!"

Mi preparo per una delle due uscite settimanali a scopo ginnico-motorio. Mi metto un completo (è un completo, in questi casi?) della Nike, gentilmente offerto dal cugino più grande, color arancione evidenziatore. Sono un cazzotto in un occhio che viaggia su due ruote, praticamente.
Sotto il completo, il pantaloncino imbottito che avrei dovuto avere dalla scorsa estate e che ho scoperto essere indispensabile se il sellino è particolarmente duro (e se si vogliono avere figli, dicono… ma questo solo per chi ci va svariate ore la settimana).
Dopo quasi un’ora di pedalata, per una serie di fattori che ora non sto qui ad enumerare, riesco a cadere di bicicletta! Come da bambino, uguale: ti ritrovi in terra senza neanche accorgertene. Non oso immaginare la derisione degli automobilisti che hanno assistito alla scena. È matematico: se cadi e perdi un arto, ti fai un taglio di 30 cm da qualche parte o sbatti la testa e svieni, allora avrai soccorsi a palate; se cadi – in modo ridicolo, per giunta – e non ti fai nulla, la gente riderà di te per svariati minuti. Minuti in cui la mia unica preoccupazione era andarmene il più velocemente possibile dal luogo del misfatto.
Ad averlo saputo prima mi sarei messo un completo color marciapiede, anziché quell’arancione quasi fluorescente, per dare meno nell'occhio. Cioè, forse, ad averlo saputo prima, non uscivo neanche.
Comunque sia, anche se è proprio la canzone su cui sono caduto, prima del fattaccio ho eletto Sweet disposition dei Temper Trap a “Canzone ufficiale da pedalata 2011”.


P.S. Non voglio mischiare il serio allo scherzo e ci tengo a precisare che tutto questo discorso non ha nulla a che vedere con quel giovane ciclista che qualche giorno fa è morto durante il Giro d’Italia. Nel senso che non intendo ledere la sensibilità nessuno… pura coincidenza.

sabato 30 luglio 2011

Paginette mie evviva evviva!

Ho iniziato ad espandermi sempre di più sul WWW per mostrare al mondo le mie produzioni grafiche, fotografiche, musicali ed audiovisive! Quindi ecco un elenco di posti virtuali dove potete trovarmi, con più pseudonimi... ma sempre me:

FACEBOOK

FLICKR

YOUTUBE

SOUNDCLOUD

VIMEO

MYSPACE

Ora metto a riposare il mio ego. Ciao.

mercoledì 22 giugno 2011

È vero che ho sempre cercato di usare questo blog per parlare un po’ di tutto, e non solo di me… ma è anche vero che il blog è comunque mio, quindi perché non parlare anche di me?! Ma soprattutto, perché ho sempre questa mania di fare discorsi composti da frasi che poi si annullano e che quindi alla fine sarebbe stato lo stesso non farli?
Ecco di seguito la mia ultima creatura nel campo del “videomaking” (pfui!).
Salut.

domenica 22 maggio 2011

Sentimenti e calcoli.

Amo l'amore
+ x + = +

Odio l'odio
- x - = +

Amo l'odio
+ x - = -

Odio l'amore
- x + = -

[foto di Stanley Kubrick]

mercoledì 18 maggio 2011

Il mondo è grande. Enorme.
E noi stiamo facendo tutto quanto in nostro potere per renderlo il più piccolo possibile.
Che sia il nostro scopo la distruzione? Che sia la nostra vera vocazione?
Che Dio ci perdoni.

giovedì 12 maggio 2011

mercoledì 13 aprile 2011

"Questi suonodipendenti. Questi silenziofobi."

Attraverso i muri arriva il boato attutito della conversazione, poi un coro di risate. Poi un altro boato. La maggior parte delle risate preregistrate che si sentono in TV risalgono all'inizio degli anni Cinquanta. Oggi buona parte della gente che sentite ridere è morta.
Dal soffitto cala il tump tump tump di una batteria. Il ritmo cambia. A volte i colpi sono più vicini, accelerano, oppure si dilatano, rallentano. Fermarsi, non si fermano mai.
Dal pavimento sale la voce di qualcuno che abbaia le parole di una canzone. Questa gente che ha bisogno di tenere accesa la televisione o la radio sempre e comunque. Questa gente terrorizzata dal silenzio. Eccoli, sono i miei vicini. Questi suonodipendenti. Questi silenziofobi.
Risate di gente morta che filtrano da tutte le pareti.
Oggigiorno, ecco cosa ti spacciano come casa dolce casa.
Questo assedio di rumore.
[…]
A casa, dal soffitto scendono i colpi di una musica veloce. Voci terrorizzate attraversano le pareti. I casi sono due: o un'antica mummia egizia ha ripreso vita per una qualche maledizione e sta facendo fuori quelli della porta accanto, oppure stanno guardando un film.
Sotto il pavimento gente che grida, un cane che abbaia, porte che sbattono, l'attacco di una canzone: «1,2,3...».
[…]
Ecco cosa ti spacciano per civiltà.
Gente che non butterebbe una sola cartaccia dal finestrino della macchina e poi ti passa accanto con l'autoradio a palla. Gente che al ristorante non si sognerebbe mai di appestarti col fumo del suo sigaro e poi sbraita nel cellulare. Che grida anche quando la distanza che la separa dall'interlocutore è quella di un piatto da portata.
Questa gente che non si sognerebbe mai di usare pesticidi o insetticidi e poi infesta il quartiere con lo stereo sparando dischi di cornamuse scozzesi. Di lirica cinese. Di musica country e western.
Fuori, un uccellino che canta ci sta bene. Patsy Kline no.
Fuori c'è già il frastuono del traffico, che basta e avanza. Aggiungerci il concerto per piano in mi minore di Chopin non migliora la situazione.
Tu accendi la musica per coprire il rumore. Altri alzano la loro musica per coprire la tua. Allora tu alzi la tua ancor di più. Tutti quanti si comprano uno stereo più potente. È la corsa agli armamenti del suono. E non è con le frequenze alte che vinci.
Non conta la qualità. Conta il volume.
Non conta la musica. Conta vincere.
Per sbaragliare i concorrenti ti ci vogliono i bassi. Le finestre devono tremare. Nascondi la linea melodica con l'equalizzatore e ti metti a sbraitare le parole della canzone. Ci infili dentro delle volgarità e sottolinei bene ogni singola parolaccia.
E così vinci. Perché alla fin fine è una faccenda di potere.
[…]
Questi musicodipendenti. Questi quietofobi.
Nessuno è disposto ad ammettere che abbiamo sviluppato una dipendenza dalla musica. Impossibile. Nessuno sviluppa una dipendenza dalla musica e dalla tv e dalla radio. È solo che ne vogliamo sempre un po' di più. Più canali, uno schermo più grande, il volume più alto. Non possiamo farne a meno, ma per carità: dipendente io?
Potremmo smettere in qualunque momento.
[…]
Questi svagodipendenti. Questi concentrazionofobi.
Il vecchio George Orwell aveva capito tutto, ma al rovescio.
Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello. Il Grande Fratello si dà da fare per tenere viva la tua attenzione in ogni singolo istante di veglia. Fa in modo che tu possa sempre distrarti. Che sia completamente assorbito.
Fa in modo che la tua immaginazione avvizzisca. Finché non diventa utile quanto la tua appendice. Fa in modo di colmare la tua attenzione sempre e comunque.
Questo significa lasciarsi imboccare, ed è peggio che lasciarsi spiare. Nessuno deve più preoccuparsi di sapere che cosa gli passa per la testa, visto che a riempirtela in continuazione ci pensa già il mondo. Se tutti quanti ci ritroviamo con l'immaginazione atrofizzata, nessuno costituirà mai una minaccia per il mondo.
[…]
Oggigiorno, nessuno è più padrone della sua mente. Non puoi concentrarti. Non puoi pensare. C'è sempre qualche rumore che si intromette. Cantanti che strillano. Gente morta che ride. Attori che piangono. Emozioni in piccole dosi.
C'è sempre qualcuno che infesta l'aria col suo stato d'animo.
Con l'autoradio che impone il suo dolore, la sua gioia, la sua rabbia a tutto il quartiere.
[…]
Comunque sia, non è una novità.
Gli esperti che studiano l'antica Grecia dicono che all'epoca la gente non si considerava padrona dei propri pensieri. Quando gli antichi greci formulavano un pensiero, era perché una divinità aveva deciso di dargli un ordine. Apollo gli diceva di essere coraggiosi. Atena di innamorarsi.
Oggi la gente vede la pubblicità delle patatine al formaggio e si fionda fuori a comprarle, però lo chiama libero arbitrio.
Almeno gli antichi greci erano più onesti.

[estratto da Ninna Nanna, Chuck Palahniuk 2002]

Citazioni #3: Bruno Munari

Bruno Munari (1907 - 1998) è stato uno dei maggiori esponenti dell'arte, del design e della grafica del XX secolo. Particolarmente legato alla figura della creatività e del gioco.







 Un uomo che vive di ricordi, diventa vecchio. Uno che vive di progetti resta giovane.

C'è sempre qualche vecchia signora che affronta i bambini facendo delle smorfie da far paura e dicendo delle stupidaggini con un linguaggio informale pieno di ciccì e di coccò e di piciupaciù. Di solito i bambini guardano con molta severità queste persone che sono invecchiate invano; non capiscono cosa vogliono e tornano ai loro giochi, giochi semplici e molto seri.

Nelle pitture di Caravaggio ci sono effetti di luce. L'interruttore non so dov'è.

Se volete poi sapere qualcosa di più sulla bellezza, che cos'è esattamente, consultate una storia dell'arte e vedrete che ogni epoca ha le sue veneri e che queste veneri (o apolli) messi assieme e confrontati, fuori dalle loro epoche, sono una famiglia di mostri. Non è bello quello che è bello, disse il rospo alla rospa, ma è bello quello che piace.

ALBERO
l'esplosione lentissima
di un seme.

domenica 3 aprile 2011

Brevissimo resoconto berlinese

L’ennesimo post riempitivo; stavolta il soggetto è la mia permanenza marzolina in quel di Berlino.
Volare non mi piace. Non è tanto la paura di cadere, ma proprio il senso di sospensione. Più mi persuado di essere un sognatore, più mi rendo conto di quanto i miei piedi siano troppo soggetti alla forza di gravità. Comunque sia, due ore di volo non sono poi così dilanianti.
Berlino è silenziosa, come cantavano gli Amari, svariati anni fa. Effettivamente la definizione non si distacca poi molto dalla realtà dei fatti. La tipica e caratterizzante architettura moderna berlinese – squadrata e imponente – ricorda molto la grafica del Bauhaus (nato a Berlino, non a caso); l’importanza dei pieni e dei vuoti è fondamentale. È proprio questo alternarsi di spazi materialmente ingombranti e grandi aree semi-vuote a dare quest’idea di silenzio. Ci sono momenti in cui, a livello sensoriale, sembra di stare in un’enorme stanza insonorizzata.
L’olfatto invece è rapito da tutt’altro. Ogni stazione ha il suo odore, che solitamente non è un solo odore, ma il più delle volte un mix di prodotti culinari di culture e paesi differenti. Fuori dalle stazioni, nelle piazze, per le strade, l’odore che si respira è come qualcosa di nuovo e non ben definito.
A livello meramente turistico è una gran bella città. Alternata fra antico e moderno, vecchio e nuovo, sfarzoso e povero. Cose interessanti da vedere ce ne sono parecchie, su tutte: la East Side Gallery, ovvero la celebre parte di muro rimasta in piedi e “affrescata” da artisti di tutto il mondo; la famosa Porta di Brandeburgo; le piazze come Alexanderplatx o Potsdamer Platz; il quartiere di Kreuzberg etc. Vasta è anche la disponibilità di musei che però richiedono una fetta di tempo in più, fetta di tempo che io non ho avuto e che spero di prendermi fra qualche tempo per approfondire anche la parte artistica della capitale tedesca. C’avevo provato col Bauhaus, ma ho trovato chiuso… sigh!
Come ricordo mi son portato a casa una Lomo Fisheye, che non si può certo definire un souvenir berlinese, ma è comunque un oggettino valido!
E come diceva qualcuno, non posso che aggiungere: Alexanderplatz Auf Wiedersehen!

lunedì 7 marzo 2011

Meganoidi

Perché fare un post sui Meganoidi? Perché mi piacciono e trovo che siano una delle proposte più interessanti in Italia, almeno per quelli a cui piace il genere.
Dei Meganoidi non si può dire certo che siano un gruppo che fa “sempre la stessa roba”, ma sono un lampante esempio di come una band possa evolversi, mutare.

BIOGRAFIA:

La storia del gruppo inizia a Genova, nel 1997; al completo della formazione sono sette elementi, contando fiati e percussioni. Appoggiati da alcuni centri sociali genovesi si fanno conoscere con una frequente attività live. All’inizio del 2000 nasce il progetto Green Fog: studio di registrazione e casa discografica interamente gestita dalla band, da dove verranno sfornati quasi tutti i loro album.
Ascoltando la loro discografia in ordine cronologico è palese come ci sia stato un cambiamento radicale nel tipo di genere e quindi, in tutto ciò che ne consegue (suoni, testi, approccio). Dagli esordi ska-punk ad un progressive rock cupo e profondo, la musica dei Meganoidi si evoluta lentamente, seguendo un filo conduttore ben preciso.
Dopo varie modifiche alla formazione, attualmente la band conta sei elementi (più un chitarrista che però non segue il gruppo sul palco).

DISCOGRAFIA:

Supereroi vs. Municipale - EP (1998)

La prima demo del gruppo; 5 brani che gettano le basi per quello che è il loro genere ed i temi che sono interessati a trattare. Fortissima la componente ska e altrettante rilevante il contenuto profondamente anti-sociale delle parole (difatti l’EP contiene un brano dal titolo Antisocial Ska). Il disco contiene inoltre Supereroi e Meganoidi, brani che verranno inseriti anche nel primo album e che renderanno la band famosa in tutta Italia.

1. Supereroi
2. Il nostro banchetto
3. Meganoidi
4. Antisocial ska
5. Zero

Into the Darkness, Into the Moda (2000)

Il primo album del gruppo genovese, sonorità un po’ più punk-rock, ma con una predominante sempre ska. Concettualmente quest’album non si distacca più di tanto dall’EP che lo precede, ma trova qualche spazio anche per altri temi. Dall’album sono stati tratti anche dei videoclip che hanno dato alla band una discreta popolarità.

1. Intro
2. Into the Darkness
3. New Enemy
4. Do You Believe
5. King of Ska?
6. Wasteland
7. Meganoidi
8. Nazigoliarda
9. Love Song
10. Springtime
11. One Man Band
12. The Main Line
13. Supereroi

Outside the Loop, Stupendo Sensation (2003)

Quest’album esce dopo il G8, tenutosi a Genova nel 2001. I fatti accaduti durante l’evento hanno sicuramente influenzato il gruppo. Difatti le sonorità di quest’album, pur mantenendo una forte componenente ska, risultano meno allegre e meno “leggere”, si fa spazio un suono più riflessivo, anche arrabbiato, a volte; le chitarre si fanno più distorte, la voce si fa più cattiva e con essa i testi, che diventano un po’ più profondi e, alle volte, introspettivi. Massima espressione di questa “cattiveria” è sicuramente M.R.S., il brano più spinto dell’album. Mentre la canzone più famosa, anche per chi il gruppo non l’ha mai seguto, è sicuramente Zeta Reticoli, il cui videoclip e stato passato fino allo sfinimento sui canali musicali più grossi. È il primo disco che la band produce e distribuisce dalla Green Fog Records.

1. The Beginning
2. Inside the Loop
3. For Those Who Lie Awake (Let's Go)
4. The Penguin Against Putrid Powell
5. Mr. Sullivan
6. It's Just Like
7. Seven Years Ago
8. La fine
9. 1999
10. Another Day
11. M.R.S
12. Zeta Reticoli

And Then We Met Impero - EP (2005)

Questo EP, contenente 5 brani (intitolati con le singole parole che formano il titolo del disco), è quello che segna la svolta musicale dei Meganoidi. Basta con lo ska, basta con i toni allegri; qui si va su un progressive cupo e riflessivo. All’interno della band rimangono i fiati, ma non suonano più in levare con note alte e brevi; la tromba fa suoni lunghi e gravi, quasi delle urla di dolore. Questo disco è il perfetto anello di congiunzione tra i due album nei quali è inserito.

1. And
2. The
3. We
4. Met
5. Impero

Granvanoeli (2006)

Se non ci fosse stato scritto sulla copertina, difficilmente si sarebbe potuto pensare che questo disco fosse dei Meganoidi. Anticipato dall’EP And Then We Met Impero, questo disco non ha più nulla dei Supereroi del ’98. Il suono è duro, cupo, profondo, sofferente. Il genere è il progressive rock, ma ci si possono sentire delle punte di post-rock. I testi non sono diversi dalla musica, in questo disco si parla di fiumi neri, di inverno, di pozzi di petrolio. Questo cambio netto di genere è dovuto, oltre che ad una presunta evoluzione dei membri della band, da un’influenza delle varie band che frequentano i Green Fog Studios.

1. At Dusk
2. The Millstone
3. Dai pozzi
4. Anche senza bere
5. 02:16
6. Quest'inverno
7. Ten Black Rivers
8. Nine Times Out of Ten
9. Un approdo
10. Granvanoeli

Al Posto del Fuoco (2009)

Con questo disco i Meganoidi sembrano aver ritrovato un po’ di serenità. C’è sempre della cupezza nei suoni, sono profonde le atmosfere, ma sembra che il dolore dell’album precedente sia un po’ svanito; una traccia come Mia ne è l’esempio lampante. A livello di testi la band ha forse raggiunto una sorta di completezza espressiva, grazie ad una forte carica ermetica, capace però di evocare immagini ben precise nella mente dell’ascoltatore. Che sia questo disco l’apice dell’evoluzione del gruppo genovese? 

1. Altrove
2. Aneta
3. Dighe
4. Dune
5. Scusami Las Vegas
6. Ima-Go-Go
7. Mia
8. Solo Alla Fine
9. Your Desire
10. Stormo
11. Al Posto Del Fuoco


Sito ufficiale: http://www.meganoidi.com/