venerdì 23 ottobre 2009

Quando parli con qualcuno devi prendere in considerazione l'ipotesi che potrebbe aver votato Berlusconi.

giovedì 22 ottobre 2009

Il nostro oro

Ricordo che nel cortile dell’asilo che frequentavo da bambino c’era uno scivolo; il terreno su cui era messo questo scivolo era piuttosto morbido ed umido, e spesso noi bambini ci mettevamo a scavare, con il classico legnetto, questo terreno. Sopra di noi, i meno interessati a scavare, scivolavano, e noi sotto a fare le buche. Ricordo che c’era un motivo particolare per il quale scavavamo: l’oro.
Sotto il primo strato di terra c’era un altro tipo di terra; non so per quale ragione chimico-organica, ma questa terra era di un colore fra il rossiccio e l’argentato. I bambini, si sa, hanno molta fantasia e quindi noi, bambini quali eravamo, ci dicevamo che quella terra così particolare fosse oro. Lo sapevamo benissimo che non era oro, ma ci piaceva immaginare che lo fosse.
Ci bastava un legnetto, ci bastava sederci sotto a quello scivolo e avevamo trovato il nostro oro.
Oggi, a 20 anni, mi rendo conto che non mi basta più un legnetto e un terriccio argentato. Oggi, quando pensiamo all’oro, in testa abbiamo ben altro che semplice terra. Dov’è finita quella fantasia? Dov’è finita quell’immaginazione che ti faceva essere la persona più felice del mondo con un po’ di terra? È assurdo pensare che oggi molti si sentono felici solo possedendo ettari ed ettari di terreno… e a noi ne bastava meno di un metro quadro.
La verità è che quella che noi chiamiamo “maturità”, quella specie di conoscenza che deriva dalle nostre esperienze, se viene troppo esaltata va a rimpiazzare totalmente la fantasia, l’immaginazione.

Proverò a trascrivere il testo di una canzone in vernacolo pisano dei Gatti Mézzi (dove “mézzi” sta per fradici, bagnati), gruppo jazz/swing di Pisa che fa canzone in pisano, appunto. La canzone non parla proprio del trovare oro, ma, più specificatamente, dello scavare buche. Credo sia in parte attinente e la condivido.


Artista: I Gatti Mézzi
Titolo: Vango per passione
Album: Anco alle puce ni viene la tosse

Vango la terra e mi sfogo, la rimugino, la batto, la sbriciolo e mi ci ritrovo.
Non sono un contadino; vango per passione.
Con gesto anti’o, le mano stringo ‘r mani’o, ‘r piede pigio sur pallonzolo.
Bu’o la terra, c’entro dentro.
Ah bene! Ah bene!
I lombri’i un vanno ammazzati; stai attento a’ lombri’i!
Prendo ‘n mano una zolla, grassa e profumata, l’annuso poi la strizzo.
Ah bene!
Toh, lombri’o godi! Toh, godi!
T’aiuto a bu’à, t’aiuto a anda’ più fondo.
Tieni, la merda der cane ti do! T’aiuto, aiutami: trasformala.
Vango per passione: mi rammenta ‘r mi babbino.
Vango e mi sfogo!
Dev’esse’ quer sòno sordo, quer vibrio che m’arriva ner piede puntellato sur pallonzolo.
Si strappa la radicina, si sbriciola ‘r sassino… è lì che dovento scemo!
Non sono un contadino; lui dura fati’a, si sfonda ‘r groppone, si mola le mani… io godo e basta! Alla terra ‘un ni ‘hiedo ‘ frutti, un ni do nemmeno ‘ semi.
La bu’o, la rivorto, la sciupo… ma con garbo.
Perché ‘ bimbi scavano le bu’e? Cosa cercano ‘ bimbi vando scavano le bu’e?
Io ora lo so: ‘un cercan nulla… scavano, per passione.
Dev’esse’ ‘r piace’ di vede’ ‘r vòto dove prima ‘un c’era.
“Bimbo, l’hai fatto te quer popò di bu’o?”
“Sì, l’ho fatto io! Che popò di bu’a t’ho fatto!”
Ecco, è tutto lì!

martedì 20 ottobre 2009

A proposito del post precedente, eccovi un video realizzato dal sottoscritto...

STEREOTYPES KILL IDEAS from Hum.as on Vimeo.

Individualismo collettivo

La creatività è un po’ egoista. Quale creativo produce per sé? Chi, dopo aver dato alla luce una nuova creatura, non è smanioso di farla vedere al mondo?
Egoismo. O forse altruismo. Altruismo nell’ottica in cui l’opera risulti utile agli altri.
Immaginatevi librerie senza libri, negozi di dischi senza dischi, musei d’arte senza opere d’arte, mostre fotografiche senza fotografie, e così via…
Il creativo ha bisogno di consensi, di approvazione; vi dirà che gli fanno piacere anche le critiche, ma non è sempre vero.
Il creativo è egoista (specie i grafici, dicono), e il suo egoismo passa attraverso le sue opere.
Qual è quella band che non vuole una schiera di fan? Qual è quello scrittore che non vuole i suoi lettori?
Oggi poi questa vetrina è a disposizione di chiunque. Questo blog ne è la prova, ogni blog ne è la prova. Le pagine di Myspace dove i vari artisti pubblicano musica, foto, dipinti.
Ormai un nuovo libro, un nuovo disco, una nuova esposizione non sono più eventi così straordinari. Per fortuna, o purtroppo.
È molto più difficili essere raggiunti, senza “sponsor”, ma basta un computer e una connessione a internet per dire la proprio a un numero più o meno ampio di persone. E di questo passo si perde la voglia di trovarsi, di discutere davanti ad una birra. Non sto scoprendo l’acqua calda dicendo che la direzione in cui stiamo andando è quella dell’individualismo collettivo; vogliamo mostrare a tutti quello che abbiamo fatto da soli. Vogliamo dire la nostra a più persone contemporaneamente. Quindi un concerto, una partita, una conferenza diventano momenti di svago e non più di condivisione. La vera condivisione, oggi, è qui, su internet. Verrò a noia, ma Facebook è il party, la sagra, il festival della condivisione!
Avevo voglia di buttare giù due righe e mi sono lasciato andare in questo flusso di coscienza per partire dalla creatività ed arrivare a Facebook (mi sto venendo a noia da solo!), ed ora, per restare coerenti, salvo, copio, incollo e pubblico tutto.
Saluti.
"Il silenzio è la morte;
e tu, se taci muori
e se parli muori
allora di' e muori..."
[Tahar Djaout]

venerdì 16 ottobre 2009

"I politici hanno una loro etica. Tutta loro. Ed è una tacca più sotto di quella di un maniaco sessuale."

Woody Allen

giovedì 15 ottobre 2009

Miscellanea Ottobrina

Ma sì, alla fine sono contento… sono contento perché Facebook sta passando di moda (molto lentamente) e mi sto convincendo che forse non è IL MALE, ma, se usato in modo corretto può anche essere un mezzo quasi utile!

È tornato il freddo. Me ne sono accorto in particolare dal fatto che non sono bastati 5 minuti di stufetta per scaldare il bagno abbastanza da non soffrire come cani quando non si è sotto il getto caldo per insaponarsi. E così ora toccherà docciarsi nell’altro bagno; quello con la stufetta a muro, che si può tenere accesa anche durante il lavaggio. Ma non è questo il peggiore dei mali.

È successo in questi giorni nel Michigan (come agli inizi dell’anno scorso in Australia) che una signora di 54 anni ha chiamato la polizia per denunciare un furto nella sua abitazione. L’unico inconveniente è che l’oggetto del furto erano delle piante di marijuana… ed hanno arrestato lei!

Vi segnalo inoltre un blog che prende i fatti del giorno per farne del sarcasmo dissacrante: Spinoza

Saluti

sabato 10 ottobre 2009

Il ritorno dei Fascisti

[Con la rarefatta collaborazione di A. Curcuruto]

A volte basta che una serie di circostanze, assolutamente disconnesse tra di loro, si accavallino una sopra l’altra contemporaneamente per avere una percezione distorta – o, se vogliamo, più fantasiosa – della realtà.
A distanza di un anno e mezzo mi è tornato in mente un episodio che, proprio a causa di questo accavallamento di circostanze, mi fece provare una sensazione che ora come ora definirei angoscia.
Ero in quinta superiore e quella mattina, come spesso capitava, prima di andare a scuola mi fermavo in pasticceria a fare colazione – sì, mi tratto bene!
La pasticceria in questione è su una strada della periferia pisana; è piuttosto rinomata per la qualità dei suoi prodotti. Anche se c’è da dire che ultimamente sono scaduti un po’.
L’arredamento del suddetto luogo è piuttosto raffinato, da parere un posto di lusso, anche se non vuole esserlo… almeno credo. Diciamo che può sembrare uno di quei luoghi riservati ad una cerchia più o meno ristretta di persone. E questo fatto, che preso da solo è il più inutile dei fatti, in questa storia va a costituire proprio una di quelle circostanze.
Un’altra circostanza è che eravamo nell’aprile del 2008. Chi ha più memoria si ricorderà subito che nell’aprile del 2008 Berlusconi è salito al governo per la quarta volta; non sarà difficile ricordare anche l’aria che si respirava in quei giorni.
Quella mattina il caso volle che nella pasticceria ci fosse un numero piuttosto alto di persone ben vestite, quasi eleganti. Persone che sarebbero potute appartenere a quell’ipotetica cerchia ristretta di cui parlavo poco fa. Chiamiamola “Borghesia”.
Fu sicuramente un caso che un numero così insolito di persone apparentemente benestanti si ritrovasse lì in quel momento, ma la prima cosa che mi venne da pensare fu: “Ecco, sono tornati i fascisti!”
Ebbi come l’impressione che, con la vittoria del Centro-destra, tutta quella gente di stampo fascista (seppur di gran lunga diluito) fosse uscita dalle tane in cui si nascondeva. Non è facilissimo da spiegare, ma mi sembrò come se questi borghesi ora non avessero più paura di farsi vedere in giro. Come se fosse di nuovo il loro turno e si sentissero liberi di passeggiare per le strade, andare a fare colazione nelle pasticcerie – che, erano luoghi appositamente per loro, per la loro cerchia ristretta – ostentando, inoltre, una certa spavalderia.
Lo ripeto: tutto questo discorso è frutto della mia fantasia; è probabile che lì dentro, quella mattina, non ci fosse stato nemmeno uno che abbia messo la X sul logo de Il Popolo delle Libertà, ma girandomi dal bancone verso la sala e vedendo tutte quelle giacche e quelle scarpe di pelle, la prima cosa che pensai fu proprio: “Ecco, sono tornati i fascisti!”

venerdì 9 ottobre 2009

Marilyn Manson contrae la suina. Lo annuncia su Facebook e aggiunge: "Purtroppo sopravvierò."
Che babbeo!
Mi viene proprio da citare Caparezza: "Se vi piace la morte, spiegate: perché non v'ammazzate?!"