lunedì 23 marzo 2009

È inutile stare qui a descrivere la poeticità di Fabrizio De André, si rischia di cadere in squallidi luoghi comuni, cosa che, per uno come il Faber (sì, mi permetto certe confidenze), preferirei evitare. Voglio solo far notare quanto questa canzone sia meravigliosamente evocativa.
Personalmente adoro la seconda strofa, quella dei quattro pensionati, per intendersi.
Non aggiungo altro.


Artista: Fabrizio De André
Titolo: La Città Vecchia
Album: Canzoni

Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi,
ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi,
una bimba canta la canzone antica della donnaccia,
quel che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia.
E se alla sua età le difetterà la competenza
presto affinerà le capacità con l'esperienza.
Dove sono andati i tempi di una volta per Giunone,
quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione?

Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino,
quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino.
Li troverai là, col tempo che fa estate e inverno
a stratracannare a stramaledir le donne, il tempo ed il governo.
Loro cercan là la felicità, dentro a un bicchiere,
per dimenticare d'esser stati presi per il sedere.
Ci sarà allegria anche in agonia col vino forte,
porteran sul viso l'ombra di un sorriso tra le braccia della morte.

Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone?
Forse quella che sola ti può dare una lezione.
Quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie,
quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie.
Tu la cercherai, tu la invocherai più di una notte,
ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette,
quando incasserai delapiderai mezza pensione
diecimila lire per sentirti dire "micio bello” e “bamboccione".

Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli,
in quell'aria spessa carica di sale, gonfia di odori,
lì ci troverai i ladri gli assassini e il tipo strano,
quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano.
Se tu penserai, se giudicherai da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni più le spese.
Ma se capirai, se li cercherai fino in fondo,
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo!

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