lunedì 16 marzo 2009

"La scimmia pensa, la scimmia fa."

"Il filosofo danese Søren Kierkegaard definisce l’angoscia come la consapevolezza di quel che occorrerebbe fare per dimostrare di essere liberi, anche a costo di autodistruggersi. Il suo esempio è Adamo nel giardino dell’Eden, felice e soddisfatto fino a quando Dio non gli mostra l’albero della conoscenza del bene e del male, e gli dice: “Non mangiare questo frutto”. Da quel momento in poi Adamo non è più libero. C’è una regola che può infrangere, e deve infrangerla, per dimostrare la sua libertà, anche se ciò lo distruggerà. Kierkegaard dice che nell’attimo in cui ci viene proibito di fare una cosa, la faremo. È inevitabile.
La scimmia pensa, la scimmia fa.
Secondo Kierkegaard, la persona che consente alla legge – che dice che il possibile non è possibile perché illegale – di controllare la sua esistenza, conduce una vita non autentica.
A Portland, nell’Oregon, c’è qualcuno che riempie le palline da tennis di teste di fiammiferi e poi le richiude con cura. Lascia le palline per la strada in attesa che qualcuno le trovi e le getti o ci dia un calcio facendole esplodere. Un uomo ci ha già rimesso un piede; un cane la testa.
Adesso i graffitari usano delle creme all’acido nitrico per scrivere sui finestrini di auto e vetrine di negozi. All’istituto di periferia Tigard High School, un adolescente non identificato porta le proprie feci e ci impiastra i muri dei bagni dei ragazzi. Nella scuola è noto con il nome di “Unamerder”. Nessuno deve parlarne, per paura che si verifichino fenomeni di emulazione.
Come direbbe Kierkegaard, ogni volta che ci accorgiamo che una cosa è possibile, la facciamo accadere. La rendiamo inevitabile. Fino a quando Stephen King non descrisse degli sfigati delle scuole superiori che assassinavano gruppi di loro compagni non c’erano mai state sparatorie scolastiche. Ma davvero furono Carrie e Ossessione a renderlo inevitabile?
Milioni di noi hanno pagato per vedere l’Empire State Building distrutto in Independence Day. Adesso il dipartimento di Difesa americano ha ingaggiato i migliori creativi di Hollywood per immaginare scenari terroristici, e tra questi anche il regista David Fincher, che rase al suolo i grattacieli di Century City in Fight Club. Così potremo essere preparati.
Per colpa di Ted Kaczynski, meglio noto come “Unabomber”, negli Stati Uniti non si può più spedire un pacchetto senza rivolgersi direttamente ad un impiegato dell’ufficio postale. Per colpa di quelli che gettavano palle da bowling sulle autostrade abbiamo le recinzioni sui cavalcavia.
Tutta questa reazione, come se potessimo difenderci da ogni cosa.
[…]
Quel che ci attende è un milione di ragioni per non vivere la nostra vita. Puoi negare la tua possibilità di successo e scaricare la colpa su qualcosa. Puoi combattere contro tutto… Margaret Thatcher, i ricchi possidenti, l’impulso di aprire il portello durante il volo… tutto ciò che sembra frustrarti. Puoi vivere la vita non autentica di cui parla Kierkegaard. Oppure fare quello che egli definiva il salto della fede, con il quale smetti di vivere in relazione alle circostanze ed inizi a vivere in vista di quel che vorresti essere.
Quel che ci attende è un milione di nuove ragioni per andare avanti.
Quel che ci spegne è il romanzo trasgressivo catartico. Film come Thelma e Louise o libri come I Sabotatori di Edward Abbey, il pubblico oggi è meno propenso a ridere e comprenderli.
Oggi, il nostro sforzo è quello di fingere di non essere i peggiori nemici di noi stessi."
[tratto da:
"La scimmia pensa, la scimmia fa",
Chuck Palahniuk]

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