martedì 16 novembre 2010

"E tutti sorrisero. Poichè una piccola debolezza di quel paese era l'ossequio ai potenti, fossero essi collaudati benefattori statali o grandi famiglie mafiose. E dopo ogni cratere di bomba e spasmo di indignazione si scatenava l'asta per i diritti cinematografici, dopo ogni grido d'orrore la corsa per intervistare lo scannatore, e dopo l'abbraccio ai parenti il pensiero più o meno espresso che la vittima se l'era un po' cercata. E si correva a lavorare per il noto chiaccherato, per il riciclatore, per l'implicato, per l'amico di, per il mafioso sì, ma tanto popolare."
[da "La compagnia dei Celestini", Stefano Benni]

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