domenica 3 aprile 2011

Brevissimo resoconto berlinese

L’ennesimo post riempitivo; stavolta il soggetto è la mia permanenza marzolina in quel di Berlino.
Volare non mi piace. Non è tanto la paura di cadere, ma proprio il senso di sospensione. Più mi persuado di essere un sognatore, più mi rendo conto di quanto i miei piedi siano troppo soggetti alla forza di gravità. Comunque sia, due ore di volo non sono poi così dilanianti.
Berlino è silenziosa, come cantavano gli Amari, svariati anni fa. Effettivamente la definizione non si distacca poi molto dalla realtà dei fatti. La tipica e caratterizzante architettura moderna berlinese – squadrata e imponente – ricorda molto la grafica del Bauhaus (nato a Berlino, non a caso); l’importanza dei pieni e dei vuoti è fondamentale. È proprio questo alternarsi di spazi materialmente ingombranti e grandi aree semi-vuote a dare quest’idea di silenzio. Ci sono momenti in cui, a livello sensoriale, sembra di stare in un’enorme stanza insonorizzata.
L’olfatto invece è rapito da tutt’altro. Ogni stazione ha il suo odore, che solitamente non è un solo odore, ma il più delle volte un mix di prodotti culinari di culture e paesi differenti. Fuori dalle stazioni, nelle piazze, per le strade, l’odore che si respira è come qualcosa di nuovo e non ben definito.
A livello meramente turistico è una gran bella città. Alternata fra antico e moderno, vecchio e nuovo, sfarzoso e povero. Cose interessanti da vedere ce ne sono parecchie, su tutte: la East Side Gallery, ovvero la celebre parte di muro rimasta in piedi e “affrescata” da artisti di tutto il mondo; la famosa Porta di Brandeburgo; le piazze come Alexanderplatx o Potsdamer Platz; il quartiere di Kreuzberg etc. Vasta è anche la disponibilità di musei che però richiedono una fetta di tempo in più, fetta di tempo che io non ho avuto e che spero di prendermi fra qualche tempo per approfondire anche la parte artistica della capitale tedesca. C’avevo provato col Bauhaus, ma ho trovato chiuso… sigh!
Come ricordo mi son portato a casa una Lomo Fisheye, che non si può certo definire un souvenir berlinese, ma è comunque un oggettino valido!
E come diceva qualcuno, non posso che aggiungere: Alexanderplatz Auf Wiedersehen!

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