venerdì 26 giugno 2009

Frankie, dopo 4 anni


Ok, lo ammetto. Mi confesso. Ascoltare i primi Club Dogo e Fibra (ci tengo a sottolineare “i primi” perché erano di gran lunga più apprezzabili di adesso) dirigendosi a vedere un live di Frankie Hi-NRG MC equivale più o meno a bestemmiare in una chiesa. Mi giustifico col fatto che volevo entrare nell’ottica dei quattro quarti e delle rime ed ho messo su la prima compilazione Hip-Hop che mi sono fatto apposta per la macchina.
Di concerti ne ho visti. Non tantissimi, ma ne ho visti e di solito non scrivo qualcosa per ogni concerto che vedo. Ma questa volta è diverso. Questa volta un insieme di fattori, di situazioni, di ricordi ed emozioni mi ha spinto a dover per forza buttare giù queste due righe.
Arrivo al Campo sportivo Abetone di Pisa che non c’è quasi nessuno. Pensavo che sarei arrivato tardi ed invece ho scoperto, in seguito, che le danze si aprivano dopo.
C’erano poche persone. Chi si beveva il suo birrino, chi socializzava per terra in cerchio.
In lontananza il palco, vuoto. Poco dopo il mio arrivo attaccano a suonare i Not4Wedding (incredibilmente Word non mi segna come errore il nome di questo gruppo!), quattro ragazzi di San Marino che fanno punk-rock. Ora, il punk-rock non è proprio il mio genere preferito, o almeno non più… ma, si sa, dal vivo si apprezza tutto! Apprezzabile l’autoironia del gruppo: ringraziavano per il calore un pubblico di 8 persone!
Chiusa la parentesi punk-rock ecco che si inizia con la vera e propria serata all’insegna del rap.
Secondo performer è Don Diegoh, accompagnato da DJ Herpes. Il pubblico triplica e ci avviciniamo al palco. Non ricordo il numero dei pezzi, quattro o cinque forse, ma non mi è dispiaciuto affatto. Non è facile seguire il testo di un pezzo rap dal vivo se non lo si conosce, ma ricordo qualche rima che non era male. Bassino, mingherlino… ma molto molto energico e per niente intimidito questo Don Diegoh.
Ed ecco che si sale ancora. Entrano gli Uochi Toki. DJ ed MC che fanno un rap che esce completamente da ogni canone. L’ho definito “Rap Futurista” parlando con un amico che era con me. Basi sostanzialmente elettroniche che sfociano nel noise, un rappato che, se può, se ne frega di metriche e rime ma che è molto, molto intelligente! Mi riesce difficile classificare, descrivere e catalogare questo duo fuori dall’ordinario e per questo non lo farò. Non credo piaccia neanche a loro essere catalogati. Consiglio però un ascolto.
Finito anche l’intervento degli Uochi Toki il pubblico inizia a farsi numeroso. Sappiamo perché siamo lì e chi stiamo aspettando.
Come ho premesso non sono solito dedicare così tanto tempo alla “recensione” di un concerto. Ma questa più che una recensione vuole essere una storia personale. Dettata da delle emozioni che ho provato. Specie in questa seconda parte.
Seppur il panorama musicale di cui mi nutro sia molto ampio il rap ne occupa una buona percentuale. Mi sono sempre dilettato nello scrivere testi. E ho sempre considerato Frankie Hi-NRG come una sorta di mentore. Testi spessi e taglienti, metriche perfette. Anche se ora non lo ascolto più come una volta ha comunque segnato parte della mia adolescenza, vi sembrerà esagerato ma è così. Dal mio punto di vista non ero a vedere un concerto qualunque. Tutta questa eccitazione è data anche dal fatto che l’ho visto per la prima volta quattro anni fa. Ed ero in compagnia dello stesso amico con cui ero ieri sera (ed anche un terzo, che in quattro anni ha cambiato totalmente musica e stile di vita). Quella sera di quattro anni fa ero così gasato che ho saltato tutta la sera come un deficiente. Avevo 16 anni, ero piccolo e stupido. E quel continuo saltare mi ha lasciato un dolore al piede sinistro che in quattro anni non ho mai fatto controllare. E anche se detta così sembra un’enorme vaccata la ritengo una cosa importante per me. È come se ci fosse una specie di continuità tra quel concerto e quello di ieri sera. Eppure quante cose son cambiate in quattro anni!!!
Bene, dette tutte queste cose che non interessavano praticamente a nessuno passiamo ad una descrizione del concerto.
È innegabile che Frankie sia invecchiato. Non me ne voglia… ma 40 anni non sono pochi. Sarò sincero: le ultime cose non mi entusiasmano. Se prendo il suo album del ’97, “La Morte dei Miracoli” (che, a parer mio è forse il più bell’album della musica rap italiana sotto tutti i punti di vista!) e lo confronto con gli ultimi pezzi… bè, il paragone non regge.
Premettendomi queste cose vi confesso che le mie aspettative per questo concerto non erano altissime.
Mi ha completamente fregato!
Un live dinamico, energico (lo dicono quelle tre lettere nel suo nome, no?). Impeccabile. Mai moscio, mai spento. E qui mi viene da citare lo stesso Frankie che in un pezzo de “La Morte dei Miracoli” affermava “Tagliato e looppato storto come un ulivo secolare che, nonostante gli anni, fa saltare!”. E di anni ne sono passati dodici da quell’affermazione, ma lui fa saltare ancora!
Esilaranti i due monologhi che ha fatto sull’attuale situazione politica italiana: “Spero abbiate seguito le cronache politiche del paese, ultimament. Si distinguono da tutte le altre cronache perché hanno le tette in copertina.” O qualcosa del genere…
C’è da dirlo. È inquietante, angosciante, come canzoni di sei, dodici, sedici anni fa… siano ancora attualissime! “Quelli che Benpensano”, canzone che conosce praticamente chiunque, è una canzone eterna. Ed è questo che fa paura.
“Sono intorno a me, ma non parlano con me. Sono come me, ma si sentono meglio.”
L’abbiamo urlato tutti ieri sera.
Quest’anno il Metarock Festival mi ha regalato Frankie e, sabato sera, i Meganoidi (questi però non li regala, si pagano) che, per chi non li seguisse, non fanno più lo ska che facevano un tempo: hanno cambiato totalmente registro. Ai Meganoidi seguiranno i Sud Sound System… e li mi sparerò! Scusate, ma non li reggo proprio!

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